CENNI STORICI

 

Musellaro è un piccolo centro a 396 metri sul livello del mare, sulla destra del fiume Orta, che qui scorre tra rupi alte e strette (le chiamano “LE GRANE”), spettacolo paesaggistico unico, con la Maiella che fa da sfondo verso Est e il Morrone verso Ovest. E’ un piccolo angolo del pescarese, in Abruzzo, forse poco conosciuto, ignorato addirittura, dove si resta stupiti di fronte alle meraviglie della natura ed a quanto di intatto è rimasto in questa terra che ancora da la possibilità di trascorrere periodi di artistico riposo a contatto con la semplicità delle piccole. Sembra essere il luogo ideale per ispirare poeti ed amanti delle arti, immerso com’è in un paesaggio straripante di verde e di frescura; conserva gelosamente ancora angoli di incontaminata bellezza.

Le più antiche memorie storiche che interessano il paese di Musellaro sono tutte rinvenibili in un documento di straordinaria importanza per l’area Casauriense, ma ancora di più per l’Italia Meridionale nei secoli X e XI: il CHRONICON CASAURIENSE, scritto intorno al 1182.

Ma esistono tutt’oggi  resti di epoca romana, che danno al paese origine ancora più remote, quali il Castello baronale, pavimenti a mosaico rinvenuti in contrada Pinciara, colonne di pietra in contrada Nucicchia nonché le lapidi situate attualmente una sull’angolo delle mura del palazzo baronale in piazza SS. Crocifisso e l’altra incastonata nella base della seconda colonna della Chiesa Parrocchiale di S. Maria del Balzo, eretta in un’ala del palazzo baronale nei primi anni del 1200.

Nel 1145 abbiamo Boemondo Conte di Manoppello di cui era feudatario il Barone di Musellaro. In quell’epoca il feudo contava 24 famiglie che pagavano il ‘’focatico’’, cioè la tassa che era dovuta al feudatario per ogni focolare domestico.

Nei primi anni del 1200 successero ai Baroni di Musellaro i fratelli Tuzio i quali pare dopo una terribile pestilenza, avendo perso la signora Carotenuta –sorella o madre di essi- donarono parte del palazzo baronale per fare erigere una Chiesa con casa canonica nel centro del castello.

La Chiesa fu dedicata a S. Maria del castello (poi del Balzo) con gli obblighi di quaranta messe all’anno per la defunta Carotenuta oltre la messa pro-popolo in tutti i dì festivi. Nell’anno 1219 il Vescovo Bartolomeo I° consacrò la Chiesa di ‘’ S: Maria del castello di Musegliaro’’, così come appare da scrittura in carta pergamena la quale si conserva negli archivi della Curia di Chieti.

Dopo il 1250, quando Musellaro era annessa alla Contea di Loreto passò demanio del Re. Abbiamo quindi Ridolfo di S. Sanivon, nel 1302, Filippo di Fiandra e Bevallo di Bonzio fino, ad arrivare ai conti di casa d’Aquino.

Nel 1385 Napoleone Orsini Conte di Musellaro e vassallo di Loreto meditava di dare Musellaro al suo secondogenito, e nel 1400 troviamo che molti feudi della baronia di Musellaro furono acquistati da Ciro Tabassi.

Dopo oltre due secoli, nel 1659, l’intera tenuta di Musellaro fu acquistata dai signori Domenico e Marcantonio Tabassi così che, dal 1660, abbiamo Baroni di Musellaro la nobil casa Tabassi di Sulmona la quale continuò la baronia, su Musellaro e Cantalupo sia con il discendente Panfilo Tabassi (nel 1729) sia con l’altro discendente Ciro Tabassi (nel 1742) così come risulta nel libro dei rilievi della Regia Camera della Sammaria.

Qui, a Musellaro, nel 1200 hanno “inventato”  la lavorazione delle budella animali per la confezione di corde musicali, vanto poi passato a Salle, centro abitato poco distante, dove l’attività continua tutt’oggi. 

 

Storia recente.

Musellaro, che costituiva Comune a se stante, nel 1928 passò sotto la giurisdizione comunale di Bolognano, e bisogna riconoscere che la perdita dell’antica autonomia non sempre ha giovato al progresso di questa popolazione.

Infatti certezze e speranze si sono andate assottigliando sempre più, se si pensa che Musellaro è ancora in preda ad una violenta crisi emigratoria che ha portato i suoi 764 abitanti del 1948 agli attuali 210 residenti, di cui solo circa 190 presenti tutto l’anno. Ed è un peccato; basti pensare a quanto onore e a quanti risultati lusinghieri i musellaresi all’estero hanno raggiunto, tenendo sempre alto il nome di Musellaro. Questa tendenza negativa sembra attenuarsi, ma bisogna ancora adoperarsi  perché questo piccolo centro così ricco di storia e religiosità, possa ritrovare la collocazione che merita.

 

 

 

 

 

 

e ancora…